Senza lombrichi questa trasformazione non avverrebbe?
Non così rapidamente. I lombrichi scavano gallerie per andare a cibarsi dei minerali contenuti nel terreno dispersi nel corso del tempo. Poi, tornando in superficie, grazie alle loro feci rendono la terra nuovamente fertile.
Biotres, la sua azienda, ha quindi “industrializzato” un processo naturale.
Esatto. Noi produciamo Vermicompost, cioè acquistiamo letame bovino maturo che è un ottimo fertilizzante organico ma che prima di poter essere assorbito dalle piante deve subire una trasformazione che in natura è svolta dai lombrichi e dai miceti. Una trasformazione, insomma, che renda i minerali contenuti nel letame solubili per essere assorbiti dal mondo vegetale.
Come si allevano i lombrichi?
Abbiamo costruito dei cassoni entro cui con regolarità immettiamo una certa dose di letame maturo. I lombrichi iniziano a cibarsi del letame e, una volta finito di mangiare, riemergono in superficie e noi immettiamo un’altra dose di letame e così via fino ad ottenere la quantità desiderata di fertilizzante rigenerato.
Prezioso questo “Vermicompost”…
In effetti sono necessari parecchi quintali di letame bovino per ricavare un solo quintale di Vermicompost. Il prodotto finito, “Natura è Vita”, è ricco di minerali e per essere utilizzato dal cliente deve essere diluito con i terricciati presenti in commercio per avere un buon risultato sulle piante.
Come vi è venuta l’idea di produrre fertilizzanti naturali?
Avevo un terreno e non sapevo come impiegarlo. Un giorno, era la metà degli anni ’80, mi sono incuriosito alla lombricoltura di cui all’epoca si parlava molto. Così ho acquistato un allevamento di lombrichi da un’azienda che stava andando in liquidazione e ho avviato una collaborazione con la scuola agraria di Vertemate con Minoprio, in provincia di Como.
Ecco, da dove siete partiti?
Era il 1985 e dopo aver registrato la nostra attività alla Camera di Commercio di Varese e aver ottenuto le certificazioni necessarie dal ministero dell’agricoltura, mia moglie ed io abbiamo inventato il brand “Natura è Vita”.
Eravamo avanti di 40 anni (sorride ndr). Poco dopo ci ha contattato il primo cliente, un produttore di terricciati tedesco che lavorava nel settore degli impianti sportivi, soprattutto campi di golf e di calcio. Questo è stato molto rigoroso e ha voluto un’analisi completa per verificare la composizione nutritiva del fertilizzante. Una volta visionati i dati ci ha fissato ordini per i successivi 5 anni, diventando nostro cliente.
E per quel che riguarda il mercato interno?
Nel frattempo, abbiamo iniziato a costruire un nostro mercato in Italia con la commercializzazione di “Natura è Vita” nei centri di giardinaggio della Lombardia. E anche qui abbiamo avuto un riscontro molto positivo.
A quanto ammonta la produzione annua del fertilizzante “Natura è Vita”?
Il mercato ha apprezzato molto il prodotto, e dai 100 quintali da cui siamo partiti oggi viaggiamo su una produzione di circa 3mila quintali l’anno. Una quantità distribuita nei garden center di tutta Italia.
Questo fertilizzante è consentito in agricoltura biologica?
Sì, è registrato al ministero delle politiche agricole sezioni prodotti biologici.
Cosa prevede per il futuro?
Prevediamo di fare il passo verso i mercati internazionali come Germania e Svizzera.
Non solo gli appassionati di giardinaggio sono interessati al vostro prodotto, o sbaglio?
Alcune grandi aziende internazionali mi hanno chiesto grosse quantità del mio prodotto da inserire nei loro cataloghi, ma noi preferiamo puntare sull’alta qualità per garantire ai nostri clienti più esigenti il miglior fertilizzante.
Mi tolga una curiosità, oggi quanti lombrichi avete?
Circa 150/200 milioni, sempre del ceppo californiano che acquistammo 40 anni fa.
E invece quanti collaboratori conta Biotres?
Sono solo io che in ogni situazione cambio giacchetta e divento commerciale, progettista, dipendente e venditore. Insomma, a seconda del ruolo mi trasformo. Devo dire che una grossa mano me l’ha data la mia famiglia. Mia moglie in primis, poi mia figlia specialista del settore della moda, che mi ha aiutato a modernizzare il brand “Natura è Vita” e mio figlio, dirigente in un’azienda meccanica, che mi ha aggiornato il sistema di produzione.
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